martedì 1 febbraio 2022

Lunga vita ai terapeuti frustrati e.. encantati!

 

a cura di Diletta Pampaloni Psicologa e allieva Csapr

Quando ero piccola, io e mio fratello minore non facevamo che guardare i classici Disney a rotazione.
Non importava se la cassetta di turno era usurata e scattava un po': tanto sapevamo le battute più belle a memoria! Ogni volta c'era qualcosa di speciale e allo stesso tempo banalmente rassicurante.  

Disney può piacere o meno per le sue politiche aziendali ma a livello di "storie comuni" rappresenta, a mio parere, un tesoro a dir poco inestimabile.

Le storie Disney possono rappresentare un punto di accesso fondamentale, soprattutto se lette in chiave relazionale, anche durante il lavoro terapeutico.
Personalmente, unendo l'utile al dilettevole, ne approfitto per non perdermi mai una nuova uscita.

Disney ha da poco rilasciato il lungometraggio "Encanto", ambientato in una colorata e vivace Colombia, che narra le vicende della numerosa e magica famiglia Madrigal!


Mirabel Madrigal è una ragazza simpatica e dolce, con un variopinto vestito blu (colore che rappresenta l'appartenenza al suo "ramo" familiare) e buffi occhiali tondi e verdi.

La ragazza è la protagonista del lungometraggio e apre la "seduta" con la più classica delle narrazioni: "andava tutto bene, fino a quando..."

Mirabel ci racconta, attraverso un genogramma cantato e in movimento, della sua famiglia: la capostipite è Nonna Abuela che vive con i suoi tre figli (e relative famiglie) in una casita magica.
Durante il genogramma, Mirabel ci descriverà anche i poteri magici dei membri della famiglia e ce ne sono di tutti i tipi: c'è chi è capace di guarire col cibo, chi ha la super forza, chi è capace di influenzare il meteo o sentir cadere uno spillo a metri di distanza!
Il potere di Mirabel? Nessuno.

Mirabel si configura come la "pecora nera" della famiglia, seconda solo al terzo figlio di Nonna Abuela: Tìo Bruno che, in possesso del dono della preveggenza, ha da anni abbandonato la famiglia.
Non si nomina Bruno.

La famiglia Madrigal è una famiglia fortemente matricale dove il "Miracolo" (o potere familiare, per dirlo alla Haley), simboleggiato da una candela magica, è allo stesso tempo un mito gelosamente custodito da Nonna Abuela.

La matriarca non ha poteri magici ma ha il ruolo di tenere tutta la famiglia unita e al suo "posto". 

In un perfetto stile Disney, caratterizzato da canzoni e battute, alcuni membri della famiglia confesseranno a Mirabel di sentirsi schiacciati dalle aspettative e mandati familiari: chi deve essere sempre perfetto a ogni costo, chi deve essere capace di sostenere tutto... suggerirei di dedicare particolare attenzione alla canzone di Luisa.

Mirabel nel corso della storia, proprio grazie alla sua assenza di poteri, riuscirà a rendersi strumento di cambiamento, innescando una strutturale crisi che permetterà, con difficoltà, a tutta la famiglia di abbandonare la rigidità così a lungo preservata.

In questa storia familiare, il complice di Mirabel sarà proprio Tìo Bruno che, in realtà, non è mai scappato ma abita da anni nelle intercapedini della casita. 

Bruno è il paziente designato che, in gran segreto, sacrifica la sua socialità e sanità mentale (leggero accenno al Disturbo ossessivo compulsivo, con un adorabile "tocco legno") passando la sua vita a riparare delle crepe che, nel corso degli anni, si sono create nei muri interni della casa.

Bruno cerca disperatamente di scongiurare la sua stessa nebulosa visione che prevede la distruzione della casita magica per "colpa" di Mirabel.

Mirabel riuscirà, in una perfetta ottica cibernetica di secondo ordine, in un sogno proibito per molti psicoterapeuti: salvare la sua famiglia.

In questa pellicola che parla al trigenerazionale, Disney trasmette quanto sia importante accettare i cambiamenti, anche quelli che ci spaventano.

La famiglia Madrigal avrebbe sicuramente bisogno di qualche seduta di terapia familiare per un lapalissiano problema di invischiamento, ma per ora va bene così... Encanto ha degli oggettivi problemi con la trama ma è un piccolo gioiellino a livello di narrazione sistemica. 

La storia della famiglia Madridal può, a mio onesto e umile parere, essere apprezzata a pieno solo da due tipi di persone: i bambini e gli psicoterapeuti sistemici che forse, per certi aspetti, sono la stessa cosa!