a cura di Valentina Albertini Psicologa, Psicoterapeuta, socia e didatta Csapr
Midnight Mass e le grandi e piccole realtà dominanti quotidiane
Dice
lo storico Yuval Harari che uno degli aspetti che ha permesso all'Homo
Sapiens di diventare la specie più potente al mondo è stata la capacità
di parlare di cose che non esistono, quella di raccontarsi storie, e di
farlo collettivamente. Questo ha dato la possibilità a gruppi sempre più
ampi di Homo Sapiens di unirsi e cooperare insieme per un bene
superiore: un Dio, un destino, una Nazione.
Harari
sostiene che, per quanto vi impegniate "non riuscirete mai a convincere
una scimmietta a darvi una banana promettendole che nel paradiso delle
scimmiette, dopo morta, avrà tutte le banane che vorrà."
Ma quante banane sono disposte a cedere le scimmiette sapiens che, invece, al Paradiso credono?
È
da questa domanda che si può partire per descrivere Midnight Mass,
serie tv da poco uscita su Netflix, scritta e diretta da Mike Flanagan,
veramente una perla.
Chi
ha letto "Cose preziose" del re assoluto dell'horror Stephen King potrà
ritrovarci non solo le atmosfere, ma anche i temi delle piccole paure
quotidiane che si trasformano in orrori collettivi.
Noi
psicologi possiamo anche pensare ai lavori di Adriano Zamperini sulla
psicologia dell'inerzia e della solidarietà, su cosa rende spettatori o
attori di fronte alle atrocità, e quali siano i meccanismi psicologici e
relazionali alla base di questi eventi.
La
storia è abbastanza semplice, appartiene anch'essa a una narrativa
globale condivisa e, per questo, ancor più inquietante: in un'isola dove
tutto è piatto, piatta la vita, piatte le possibilità e la geografia,
arriva un giorno un misterioso e coinvolgente parroco, capace di
accendere il fervore intiepidito della congregazione. Dopo poco,
cominciano miracolose guarigioni che avvicinano ancor di più la devota
comunità di fedeli, finché il Bene e il Male si mescolano pian piano.
Gianmarco
Manfrida, a partire dalle teorie dei sociologi Berger e Luckman,
sostiene che le persone vivono immerse in narrative condivise di realtà
quotidiane spesso organizzate su elementi banali e ripetitivi. Nascoste
però in sottomondi sociologici esistono realtà alternative, storie
diverse e differenti possibilità, che offrono a chi le sa vedere
cambiamenti e novità: queste possono essere colte attraverso delle
discrepanze nei racconti o nella quotidianità.
Ma
per farlo, bisogna essere in grado di vedere, e di voler mettere in
discussione la realtà dominante. Invece sappiamo come i sistemi facciano
di tutto per rimanere omeostatici: lo fanno rispetto ai loro
funzionamenti, ai loro problemi, e alle loro credenze. Lo fanno
continuando a raccontarsi la stessa storia dominante, giorno dopo
giorno, a volte anche a costo di grandi sofferenze.
Nella
comunità di Midnight Mass, all'arrivo del carismatico Padre Paul, si
crea una forte realtà dominante: siamo benedetti dal Signore, siamo
ricompensati per la nostra fede, saremo salvi. E le discrepanze non
vengono riconosciute, oppure vengono giustificate e inglobate nella
speranza di un sogno salvifico. Mentre guardiamo la serie ci chiediamo
"ma come? Come si può non vedere questo?", ma il mancato riconoscimento
di tutto quello che stona è coerente con la narrativa collettiva: perché
anche nell'Antico e nel Nuovo Testamento si parla di Angeli terribili, e
spesso Dio agisce attraverso il dolore, la punizione, la paura.
Padre
Paul e la sua piccola congrega di pescatori hanno un così grande
bisogno di credere, della speranza di essere salvati ed di ottenere la
vita eterna che fino alla fine metteranno in atto i comportamenti più
assurdi e riprovevoli pur di non mettere in discussione la loro
narrativa.
Potrebbe
sembrare una tematica del passato, ed invece credo che Midnight Mass
racconti molto il presente e il futuro: il bisogno di nuove storie
condivise, di miti assoluti che servano da collante e aiutino gli esseri
umani a cooperare, della difficoltà di sostenere il dolore e l'angoscia
nel presente, della pandemia e degli effetti dell'isolamento. E,
soprattutto, del rischio che si può correre se i miti che verranno
raccontati in futuro renderanno ciechi di fronte alla realtà e alle sue
discrepanze.
Manfrida ci
ha insegnato che un lavoro terapeutico è buono se è in grado di creare
una storia alternativa, che possa sostituire la realtà dominante essendo
plausibile, convincente, e bella. Midnight Mass ci riesce, e per
vederne un esempio, senza fare spoiler, vi rimando ai minuti finali
della serie.
Quindi,
andate a guardare Midnight Mass. Vi piacerà, vi farà pensare, vi
commuoverà. E speriamo che nel prossimo racconto collettivo riusciremo
tutti a trovare "la serenità di accettare le cose che non posso
cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso, e la saggezza per
conoscere la differenza".