di Chiara Benini, psicologa e psicoterapeuta
Le vacanze si avvicinano e con esse si rompe la ruotine, c'è molto più tempo libero, più relazioni familiari e amicali e più aspettative di stare bene. Ma anche più richieste di psicoterapia urgente e più sintomi nei pazienti in carico. Così, ecco una riflessione utile per chi questo tempo lo anela e lo teme.
Il tempo si ruba facilmente: appena un nuovo modo di viaggiare,
lavorare o comunicare diventa più veloce, subito nuove esigenze
apparentemente imprescindibili mangiano terreno alla possibilità di
farne uso. Adulti e ragazzi sempre più giovani passano ogni momento
libero impegnati sui social o in altra app dei telefonini che hanno
preso il posto di libri ed enigmistiche nelle spiagge, sui treni,
nelle sale d'aspetto, fino a riempire i tempi tra un piatto e
l'altro al ristorante, nei break pubblicitari, fino ai momenti che,
pur di lavoro, vedono calare l'interesse o l'attività. Ma la mancanza
di vuoti nelle nostre giornata, l'ottimizzazione che annulla ogni
tempo morto, non è priva di conseguenze.
Non si tratta solo di riduzione di altre attività più culturalmente
impegnate, non ci rimettono solo Tolstoj o Bartezzaghi, ma la nostra
mente e la nostra vita. Così come l'inverno permette alle piante di
germogliare e il sonno ci è necessario per la veglia, anche la noia
e il tempo ozioso e vuoto ci sono utili. E' in questi momenti che
possiamo cogliere un'idea o una connessione per cui nel momento
dell'azione manca il tempo, in questi silenzi possiamo ascoltarci,
sentire noi stessi, riflettere e ricordare: attività che purtroppo
sono sempre più spesso appannaggio esclusivo degli spazi
terapeutici.
Purtroppo questa mentalità condiziona le
logiche con cui cresciamo le nuove generazioni, con conseguenze ancor
più gravi poichè si tratta di individui in formazione che crescono
senza poter sviluppare le capacità che il vuoto stimola: capacità
creative e autoriflessive, tolleranza alla frustrazione,
metacognizione... La scorsa settimana una mamma mi chiedeva il bene
placido per iscrivere la figlia ad un corso di inglese dopo che già
trascorreva all'asilo tutta la giornata, fino alle 16.30. Vengono
proposte sempre più spesso attività extracurricolari
già dai 3 anni, come se la rincorsa ad accumulare stimoli e
conoscenze fosse solo positiva, non considerando ciò che resta
indietro. La possibilità di giocare giochi non prestabiliti, di
annoiarsi e vagare con la mente, di ripercorrere e rielaborare la
giornata e i suoi eventi. Imparare a gestire il vuoto, a scegliere
come riempirlo, ad ascoltare ciò che ci fa stare bene e ciò che ci
fa stare male: queste abilità apparentemente non sono niente, non si
vantano in società e non si misurano con i voti eppure hanno un
ruolo importante nella crescita di bambini e ragazzi, poichè come
umani non siamo una sequenza di azioni ma esseri complessi in società
complesse in cui sono fondamentali le capacità di pianificazione,
gestione, riflessione e autocorrezione che, come ogni abilità,
richiedono di essere stimolate ed esercitate.
Infine sempre più spesso la situazione scappa di mano e invade la
relazione. Al ristorante non si parla ma si chatta, si è amici di
parenti e figli su Facebook ma non si fa nulla insieme, esonerando se
stessi e gli altri da conversazioni imbarazzanti e dalla fatica di
mettersi nei panni altrui, con il risultato di monologhi spesso
privi di relazione e di autenticità.
Non è un problema di mezzi, ma di uso. Così come molte altre cose
nella vita, sostanze in primis, è il fuggirvi dentro nell'illusione
che la più facile sia la via migliore, che risulta a lungo andare
pericolosa. La nostra società ci ha allontanati da morte, malattia,
povertà, handicap... e piano piano anche da noi stessi nascondendo
(poichè non
è possibile eliminare) ciò che risulta meno piacevole.
Senza doverci guardare allo specchio stiamo meglio, siamo meno
"modestamente infelici", meno consapevoli, ma anche meno
attori della nostra vita, meno capaci di scegliere. La paura di
confrontarci con il vuoto, il timore di non essere e non avere
finisce per portare il vuoto in noi, nelle nostre amine e nelle
nostre vite. Quindi, in vista della pausa estiva, a meno che non
abbiate organizzato anche le ferie in ogni minuto, fatevi coraggio,
e godetevi il vuoto!