Quando
ero all’università di psicologia tutto mi pareva distante rispetto
al mio desiderio di aiutare le persone, non riuscivo a vedere un
modello di riferimento che fosse profondo e concreto allo stesso
tempo ed abbastanza rapido per stare al passo con i tempi. Ho trovato
tutto questo nella scuola di specializzazione dove mi sono formata,
il Centro Studi ed Applicazione della Psicologia Relazionale di
Prato.
Faccio
terapie familiari e di coppia, ma prevalentemente terapie individuali
da molti anni. Lavorare in terapia individuale in maniera sistemico
relazionale significa affrontare i problemi dei pazienti sia su un
piano sintomatico che su uno più profondo tenendo sempre in testa le
loro relazioni importanti, le famiglie di origine, i compagni e le
compagne, i colleghi, le amicizie. In tanti anni di lavoro ho visto
che i pazienti necessitano di indicazioni concrete per gestire le
relazioni problematiche: inoltre occorre mettere in collegamento le
difficoltà che incontrano con tratti di carattere disfunzionali loro
e di altre persone con le quali si trovano a relazionarsi, in modo
che arrivino a modificare il loro stile relazionale con un
cambiamento che sia protratto nel tempo. La terapia, anche in un
setting individuale, è sempre popolata da tante persone collegate al
paziente; la capacità di avere in testa i contesti con i quali
ognuno di loro si confronta permette di aiutarlo concretamente per
far sì che i suoi cambiamenti, che possono indurre delle
perturbazioni nelle relazioni con altri, possano essere controllati e
gestiti al meglio, basta pensare ai problemi legati allo svincolo ed
alle resistenze spesso opposte dalle famiglie.
Mi
colpisce poi molto la comune necessità dei pazienti di trovare un
senso al perché i sintomi si siano manifestati proprio in un
determinato momento. Probabilmente esprimono con questa ricerca il
bisogno di trovare un senso a quello che succede, per tornare a
sentirsi protagonisti della loro vita; in effetti capire la nostra
storia, rintracciarne un senso nelle origini familiari e relazionali
è una sana consapevolezza, una base sicura per andare avanti ed
affrontare le turbolenze alle quali il mondo esterno mette
inevitabilmente di fronte.
Infine,
lavorare in modo sistemico in terapia individuale vuol dire lavorare
continuamente con la nostra relazione con il paziente: attraverso la
relazione terapeutica si realizzano quei cambiamenti nel suo
carattere che poi si sedimentano in profondità e prevengono ricadute
sintomatiche o consentono di gestirle attraverso la consapevolezza e
gli strumenti acquisiti durante la psicoterapia.
E’
un viaggio bellissimo con il nostro paziente, può avere una durata
molto breve se l’obiettivo è risolvere la situazione sintomatica
ed un pò più lungo, ma sempre con tempi ragionevoli ed incontri
meno frequenti, se la psicoterapia mira ad un cambiamento di aspetti
del carattere. E’ un viaggio sia per noi psicoterapeuti che per i
pazienti in cui impieghiamo come risorsa anche i vissuti emotivi, un
percorso che richiede a noi terapeuti in particolare la massima
dedizione ed il massimo amore verso il prossimo. Come dice Gianmarco
Manfrida: “La psicoterapia è l’ultima attività magica che
alcuni di noi praticano usando se stessi e la parola per cambiare la
realtà”, ma la magia non è improvvisazione, non sforna miracoli,
richiede impegno e dedizione, impegna testa e cuore, non è mai
scontata nè garantita, ma una quotidiana conquista che ci rende più
umani.
Rileggerò più volte questo articolo molto significativo, serve x crescere
RispondiEliminaI got here much interesting stuff. The post is great! Thanks for sharing it! Psicoterapeuta prato
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