giovedì 30 settembre 2021

L'incuria delle infanzie infelici

a cura di Valentina Albertini, Psicologa, Psicoterapeuta e Didatta

 
Guardando Shameless con occhiali sistemici


(Attenzione spoiler) 

Cosa significhi "Famiglia multiproblenatica" si intuisce, e nella complessità del mondo attuale a moltissimi di noi sarà capitato almeno una volta di avere in carico un sistema familiare con varie complessità. 
Nella teoria sistemico Relazionale, le famiglie multiproblematiche sono quelle nelle quali più di un componente presenta problemi di tipo psicologico, fisico e sociale. Le famiglie multiproblematiche sono al centro di una complicata costellazione di servizi, sociali e socio sanitari, spesso non in comunicazione fra loro, che mettono in atto interventi spezzettati, riproponendo nel sistema curante tutte le scissioni e i conflitti presenti nel sistema famiglia. 

Sono nuclei che hanno problemi in diversi contesti: difficoltà lavorative ed economiche, situazioni abitative inadeguate e precarie, problemi di salute, problemi scolastici, problemi di dipendenza e con la legge, diffidenza ma allo stesso tempo rapporto di dipendenza dai servizi. 
I membri hanno una comunicazione difficile, caratterizzata dal caos e dal l'ambiguità. 


Fra le serie TV di ultima generazione, non credo ce ne sia una migliore di Shameless per descrivere il funzionamento di una famiglia multiproblematica. 

È indubbiamente una delle mie serie preferite: graffiante, caustica, spesso scorretta, capace di raccontare la disperazione, ma anche la speranza e la voglia di farcela.

Racconta la storia della famiglia Gallagher, padre alcolista, madre abbandonica bipolare, e 6 figli.  Una famiglia che vive sempre sulla soglia della povertà (e spesso la supera), dove fin da piccoli si lavora (più o meno legalmente) per contribuire a pagare spesa e bollette, dove non ci sono confini né spazi propri. Praticamente è come guardare i Simpson, ma con tanti figli e senza entrate. 

Un sistemico fa la diagnosi già dalla sigla: telecamera fissa sull'unico bagno della famiglia, a porta rigorosamente aperta, dove si avvicendano tutti i protagonisti principali e nessuno riesce a trovare un attimo di privacy per i propri bisogni, mentre in sottofondo la canzone degli The High Strung recita ironicamente "Think of all the luck you got". 

Nei sobborghi operai della South Side di Chicago, il confine della legalità e della giustizia è sottile: la parola d'Ordine è sopravvivere, giorno dopo giorno. Si spaccia fin da ragazzini, si va in riformatorio, ma poi si sogna un po' di compensazione paterna arruolandosi nei marines, oppure cercando di costruirsi una propria famiglia che funzioni. 
I genitori bevono, o se ne vanno, adultizzando i figli maggiori che si prendono cura dei fratelli. E tutti oscillano fra comportamenti psicopatici e la disperata ricerca di figure affettive stabili. 

Siamo in America, e questo si nota subito: la sanità è un lusso, i servizi sono distanti, la scuola è un altro sistema da fregare il più possibile. I medici sono figure che spaventano perché presentano il conto, si intravedono pochi e stanchi assistenti sociali, gli insegnanti se ne fregano, ed in oltre cento puntate psicologi non pervenuti (neanche mezzo economico counselor, a dire il vero). 

Una riflessione in più per noi, che sappiamo che essere multiproblematici in un contesto con un welfare solido non è la stessa cosa che essere multiproblematici potendo chiedere aiuto solo al MadicAid. 

Il trigenerazionale è presente nelle storie di abuso di sostanze e alcool, che accomunano il padre Frank e i due figli maggiori
E in pieno stile americano, c'è pure la trasmissione genetica della malattia mentale, un bipolarismo con tutti i crismi che passa dalla madre al terzogenito. 

Nel crescere i ragazzi Gallagher cercano ognuno la propria strada, a volte riuscendoci, ma innescando poi quel meccanismo borderline che li porta a distruggere quello che costruiscono, sottolineando ogni volta "quel forte senso di disagio che ti prende quando vanno bene le cose".

Potrebbe farci disperare, Shameless. E invece si vive costantemente con la speranza addosso, il potercela fare, il rialzarsi dopo ogni batosta. 

Guardare i Gallagher che vivono, si innamorano, migliorano, ci fa provare la stessa emozione quando le famiglie multiproblematiche che ci chiedono aiuto cominciano a farcela. Un voto migliore a scuola, un lavoro più stabile, una casa più comoda: sono piccole grandi cose che nel lavoro complesso con famiglie dai molteplici problemi danno senso e valore al lavoro terapeutico. 

Perché ogni volta che succede possiamo pensare che io nostro è il mestiere più bello del mondo, e canticchiare a voce bassa "Think of all the luck you got".