venerdì 10 febbraio 2017

Nujevulimm’ ‘na speranza: un'analisi sistemica della serie “Gomorra”

Federica  Giusti , Lara Orsolini , Sara Pellegrini, Chiara Testi, Gianmarco Manfrida 

Estratto dell'articolo presente in Ecologia della  Mente 2015; 38(1):114-122


Gomorra la serie televisiva è un condensato di tipologie di famiglie, stili educativi, relazioni.
Sul piano sistemico, la trama incuriosisce perché affronta tematiche familiari: sia perché tratta di famiglie, sia perché rievoca dinamiche relazionali che, spesso, si incontrano nella pratica clinica.
Facendo una disamina delle modalità genitoriali rappresentate nella serie dalla famiglia Savastano e dalle famiglie che le gravitano intorno, verranno prese in esame le difficoltà relazionali legate ad ognuna di esse, che talvolta ci ricordano le famiglie tradizionali descritte in letteratura.L’intento, quindi, è quello di analizzare ‘O Sistema, ponendo l’attenzione sugli stili genitoriali e sulle possibilità di svincolo che si osservano nella fiction, messe a confronto con quelle che si osservano anche nella pratica clinica.
Già Bronfenbrennerdescriveva l’importanza, nello sviluppo umano, dell’interazione tra individuo e ambiente. Lo stesso, a distanza di chilometri e di anni, seppur su un piano di finzione, sembra avvenire nella serie televisiva Gomorra (Figura 1), dove il microsistema potrebbe essere rappresentato dalla scuola, dal campo giochi e dalla famiglia nei suoi aspetti più tradizionali osservabili in tutte le case della fiction, compresa quella dei Savastano. Il mesosistema, che si definisce nell'interazione tra i microsistemi, nella serie trova una rappresentazione nei reciproci scambi tra famiglie e strada. L’esosistema sembra esprimersi tramite le relazioni che intercorrono tra e nei clan e il macrosistema appare ben rappresentato da ‘O Sistema stesso, ovvero,il sistema valoriale e culturale rigidamente gerarchizzato all'interno del quale si snodano le varie vicende dei personaggi.




Guardando la serie televisiva, abbiamo definito quattro caratteristiche predominanti (Figura 2) che diversamente combinate tra loro, sono alla base di quattro diverse modalità genitoriali.




Protettivo


Permissivo



Emancipante


Che mette a

rischio

Ad oggi, nel nostro paese, sembra continuare a prosperare la modalità che qui definiamo come permissiva-protettiva. Genitori sempre attenti a tutte le richieste, sempre pronti a soddisfare bisogni reali o meri capricci, genitori che mettono i propri rampolli al centro dell'intero sistema familiare e valoriale. Questo meraviglioso mondo incantato assume, però, tinte più fosche se si considera che poi da questo sistema sembra difficile uscire, svincolarsi e trovare la propria individualità.
Infatti, la fase cruciale, rappresentata dal passaggio dalla famiglia verso il mondo esterno, appare ritardata rispetto al passato. Questo avviene sia per il senso di precarietà indotto dalla situazione politico-economica, sia per il senso di protezione e sostegno che, per contro, si trova nella famiglia di origine. Sul piano emotivo, lo svincolo comporta un compito molto impegnativo sia per i figli, che per i genitori, che devono sperimentare vissuti di tristezza, solitudine e vuoto.
Nella stessa serie Gomorra è già presente questa modalità nelle prime puntate, in cui Genny appare come un vero e proprio bamboccione, coccolato e protetto dai genitori. Di svincolo nemmeno a parlarne! Tornando alla famiglia tradizionale, nella pratica clinica, spesso, di Genny se ne vedono tanti.
Ma la famiglia Savastano non è solo questo. Ecco, infatti, che alla carcerazione di Don Pietro, Donna Imma, libera di esprimere la propria competenza genitoriale, decide di mettere in moto l'ingranaggio per l'emancipazione del figlio. Si tratta pur sempre di un'emancipazione all'interno di un clan criminale, che quindi richiede a Genny di fare da garante per gli affari di famiglia con narcotrafficanti privi di scrupoli. Al ritorno dall’Honduras, troveremo un Genny cambiato, maturo, che prenderà il posto e il ruolo del padre. Lo svincolo appare, quindi, possibile, a patto di una mancata autonomia “professionale” all'interno della famiglia nucleare la quale, però, lascia in eredità uno svincolo impossibile, quello da ‘O Sistema. La modalità emancipante-che mette a rischio si esprime, dunque, con uno svincolo che assume i toni negativi dell'abbandono e l'esperienza del distacco avviene in un contesto per niente rassicurante.
Distogliendo momentaneamente lo sguardo dalla famiglia Savastano e mettendo a fuoco il contesto all’interno del quale si dipanano le storie dei personaggi principali, emerge la terza modalità presa in considerazione, ovvero quella permissiva-che mette a rischio. C’è chi gioca a nascondino, chi a un... due... tre stella, e chi gioca a fare il palo, come i ragazzini della serie che imparano i primi rudimenti della malavita e ne introiettano i valori. Questo è il sottobosco di Scampia, composto da tutta una serie di personaggi marginali che sembrano essere, sì, collusi con il clan Savastano, ma come una delle poche possibilità di sopravvivenza. Quindi, la modalità qui rappresentata sembra quella di chi non ha una speranza, nulla da perdere e deve, con ogni espediente, cercare di tenersi a galla tra permissività e rischio. Nella fiction questi ragazzi, sembrano poter agire in maniera autonoma rispetto alla famiglia d’origine, senza poter contare sul sostegno di chi dovrebbe avere un ruolo di accudimento. Nella serie, là dove la famiglia sembra scomparire, almeno nei termini di sostegno, irrompe ‘O Sistema che va a sostituire e a creare una struttura di riferimento tangibile, concreta, per alcuni ragazzi che, altrimenti, sarebbero persi.
Quello che la serie sembra suggerirci è che per ognuno degli stili educativi descritti lo svincolo comporta delle difficoltà; parallelamente, come nella fiction, anche nella nostra realtà le difficoltà di svincolo sono riscontrabili, seppur con contenuti e modalità differenti. Lo stile educativo forse più adeguato sembra presupporre un atteggiamento genitoriale che esprime la tristezza per il distacco del figlio, ma, al contempo, la capacità di tollerare l’inevitabile vuoto ad esso connesso, dando fiducia ai figli. Quando questo è presente, i figli hanno maggiore possibilità di portare a compimento il processo di separazione, rinegoziando le relazioni con i propri genitori, fino a renderle paritetiche e consentendo una visione di questi, non solo come padre e madre, ma come adulti di riferimento con pregi e difetti. Questa è quella che abbiamo chiamato modalità protettiva-emancipante.
Ma come mai è così complesso mettere in pratica una modalità, come quella protettiva-emancipante, che, sulla carta, risulta essere così intuitiva? La domanda è volutamente provocatoria!

Riferimenti bibliografici:
- Bronfenbrenner U. Ecologia dello sviluppo umano. Tradit Loredana Havastja Stefani (a cura di). Bologna: Il Mulino, 1979.
- Scabini E., Cigoli V. Il famigliare. Legami, simboli e transizioni. Milano: Raffaello Cortina Editore, 2000.
- Malagoli Togliatti M., Lubrano Lavadera A. dinamiche relazionali e ciclo di vita della famiglia. Bologna: Il Mulino, 2002.
- Minuchin S., Fishman H.C. Guida alle tecniche della terapia della famiglia. Tradit. Augusto Menzio. Roma: Casa Editrice Astrolabio, 1982.
- Saviano R. Gomorra. Viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della camorra. Milano: Arnoldo Mondadori Editore, 2006.
- 'Nto e Lucariello, 2014: Nujevulimme ‘na speranza; colonna sonora “Gomorra- La Serie”.

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