Federica Giusti , Lara Orsolini , Sara Pellegrini, Chiara Testi, Gianmarco Manfrida
Estratto dell'articolo presente in Ecologia della Mente 2015; 38(1):114-122
Gomorra la serie televisiva è un condensato di
tipologie di famiglie, stili educativi, relazioni.
Sul piano
sistemico, la trama incuriosisce perché affronta tematiche familiari:
sia perché tratta di famiglie, sia perché rievoca dinamiche relazionali che,
spesso, si incontrano nella pratica clinica.
Facendo
una disamina delle modalità genitoriali rappresentate nella serie dalla
famiglia Savastano e dalle famiglie che le gravitano intorno, verranno prese in
esame le difficoltà relazionali legate ad ognuna di esse, che talvolta ci
ricordano le famiglie tradizionali descritte in letteratura.L’intento, quindi,
è quello di analizzare ‘O Sistema, ponendo l’attenzione sugli stili
genitoriali e sulle possibilità di svincolo che si osservano nella fiction,
messe a confronto con quelle che si osservano anche nella pratica clinica.
Già
Bronfenbrennerdescriveva l’importanza, nello sviluppo umano, dell’interazione
tra individuo e ambiente. Lo stesso, a distanza di chilometri e di anni, seppur
su un piano di finzione, sembra avvenire nella serie televisiva Gomorra (Figura
1), dove il microsistema potrebbe essere rappresentato dalla scuola, dal campo
giochi e dalla famiglia nei suoi aspetti più tradizionali osservabili in tutte
le case della fiction, compresa
quella dei Savastano. Il mesosistema, che si definisce nell'interazione tra i
microsistemi, nella serie trova una rappresentazione nei reciproci scambi tra
famiglie e strada. L’esosistema sembra esprimersi tramite le relazioni che intercorrono
tra e nei clan e il macrosistema appare ben rappresentato da ‘O Sistema stesso, ovvero,il sistema
valoriale e culturale rigidamente gerarchizzato all'interno del quale si
snodano le varie vicende dei personaggi.
Guardando la serie televisiva, abbiamo
definito quattro caratteristiche predominanti (Figura 2) che diversamente
combinate tra loro, sono alla base di quattro diverse modalità genitoriali.
Protettivo
|
Permissivo
|
Emancipante
|
Che mette a
rischio
|
Ad
oggi, nel nostro paese, sembra continuare a prosperare la modalità che qui
definiamo come permissiva-protettiva.
Genitori sempre attenti a tutte le richieste, sempre pronti a soddisfare
bisogni reali o meri capricci, genitori che mettono i propri rampolli al centro dell'intero sistema
familiare e valoriale. Questo meraviglioso mondo incantato assume, però, tinte
più fosche se si considera che poi da questo sistema sembra difficile uscire,
svincolarsi e trovare la propria individualità.
Infatti,
la fase cruciale, rappresentata dal passaggio dalla famiglia verso il mondo
esterno, appare ritardata rispetto al passato. Questo avviene sia per il senso
di precarietà indotto dalla situazione
politico-economica, sia per il senso di protezione e sostegno che, per contro,
si trova nella famiglia di origine. Sul piano emotivo, lo svincolo comporta un
compito molto impegnativo sia per i figli, che per i genitori, che devono
sperimentare vissuti di tristezza, solitudine e vuoto.
Nella
stessa serie Gomorra è già presente questa modalità nelle prime puntate, in cui
Genny appare come un vero e proprio bamboccione,
coccolato e protetto dai genitori. Di svincolo nemmeno a parlarne! Tornando
alla famiglia tradizionale, nella pratica clinica, spesso, di Genny se ne
vedono tanti.
Ma
la famiglia Savastano non è solo questo. Ecco, infatti, che alla carcerazione
di Don Pietro, Donna Imma, libera di esprimere la propria competenza
genitoriale, decide di mettere in moto l'ingranaggio per l'emancipazione del
figlio. Si tratta pur sempre di un'emancipazione all'interno di un clan
criminale, che quindi richiede a Genny di fare da garante per gli affari di famiglia con narcotrafficanti
privi di scrupoli. Al ritorno dall’Honduras, troveremo un Genny cambiato,
maturo, che prenderà il posto e il ruolo del padre. Lo svincolo appare, quindi,
possibile, a patto di una mancata autonomia “professionale” all'interno della
famiglia nucleare la quale, però, lascia in eredità uno svincolo impossibile,
quello da ‘O Sistema. La modalità emancipante-che mette a rischio si
esprime, dunque, con uno svincolo che assume i toni negativi dell'abbandono e
l'esperienza del distacco avviene in un contesto per niente rassicurante.
Distogliendo
momentaneamente lo sguardo dalla famiglia Savastano e mettendo a fuoco il
contesto all’interno del quale si dipanano le storie dei personaggi principali,
emerge la terza modalità presa in considerazione, ovvero quella permissiva-che mette a rischio. C’è chi
gioca a nascondino, chi a un... due... tre stella, e chi gioca a fare il palo, come i ragazzini della serie che
imparano i primi rudimenti della malavita e ne introiettano i valori. Questo è
il sottobosco di Scampia, composto da tutta una serie di personaggi marginali
che sembrano essere, sì, collusi con il clan Savastano, ma come una delle poche
possibilità di sopravvivenza. Quindi, la modalità qui rappresentata sembra
quella di chi non ha una speranza, nulla da perdere e deve, con ogni
espediente, cercare di tenersi a galla tra permissività e rischio. Nella
fiction questi ragazzi, sembrano poter agire in maniera autonoma rispetto alla
famiglia d’origine, senza poter contare sul sostegno di chi dovrebbe avere un
ruolo di accudimento. Nella serie, là dove la famiglia sembra scomparire,
almeno nei termini di sostegno, irrompe ‘O
Sistema che va a sostituire e a creare una struttura di riferimento
tangibile, concreta, per alcuni ragazzi che, altrimenti, sarebbero persi.
Quello
che la serie sembra suggerirci è che per ognuno degli stili educativi descritti
lo svincolo comporta delle difficoltà; parallelamente, come nella fiction,
anche nella nostra realtà le difficoltà di svincolo sono riscontrabili, seppur
con contenuti e modalità differenti. Lo stile educativo forse più adeguato
sembra presupporre un atteggiamento genitoriale che esprime la tristezza per il
distacco del figlio, ma, al contempo, la capacità di tollerare l’inevitabile
vuoto ad esso connesso, dando fiducia ai figli. Quando questo è presente, i
figli hanno maggiore possibilità di portare a compimento il processo di
separazione, rinegoziando le relazioni con i propri genitori, fino a renderle
paritetiche e consentendo una visione di questi, non solo come padre e madre,
ma come adulti di riferimento con pregi e difetti. Questa è quella che abbiamo
chiamato modalità protettiva-emancipante.
Ma come
mai è così complesso mettere in pratica una modalità, come quella
protettiva-emancipante, che, sulla carta, risulta essere così intuitiva? La
domanda è volutamente provocatoria!
Riferimenti bibliografici:
- Bronfenbrenner U.
Ecologia dello sviluppo umano. Tradit Loredana Havastja Stefani (a cura di).
Bologna: Il Mulino, 1979.
- Scabini E.,
Cigoli V. Il famigliare. Legami, simboli e transizioni. Milano: Raffaello
Cortina Editore, 2000.
- Malagoli
Togliatti M., Lubrano Lavadera A. dinamiche relazionali e ciclo di vita della
famiglia. Bologna: Il Mulino, 2002.
- Minuchin S.,
Fishman H.C. Guida alle tecniche della terapia della famiglia. Tradit. Augusto
Menzio. Roma: Casa Editrice Astrolabio, 1982.
- Saviano R. Gomorra.
Viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della camorra. Milano:
Arnoldo Mondadori Editore, 2006.
- 'Nto e
Lucariello, 2014: Nujevulimme ‘na speranza; colonna sonora “Gomorra- La Serie”.
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