giovedì 12 luglio 2018

Le Avventure del Barone di Münchausen


Di Lucia Bilanci, psicologa psicoterapeuta. 


E’ estate, tempo di vacanze e di otium. Per me indica il momento in cui parto alla scoperta o riscoperta di libri da portarmi dietro. Si guarda in casa, si cerca in libreria. “Ma guarda, è un po’ che non lo leggo” mi dico trovandomi tra le mani un libretto leggero, almeno come peso, che da tempo avevo dimenticato di possedere. Si tratta de Le Avventure del Barone di Münchausen di Gottfried August Bürger. Lo prendo o lo lascio? Nel dubbio, mi arriva un suggerimento:
“Ho letto questo libro almeno quattro o cinque volte... E’ stato un incontro fortunato e a distanza di anni ogni volta che lo rileggo continua a mandarmi messaggi nuovi. L’approccio interdisciplinare ci rimanda contributi che vanno dalla psicoterapia, alla filosofia, alla psichiatria, ala cibernetica. Il filo rosso del libro è il cambio di prospettiva, è la ricerca basata sul riconoscere nel “qui ed ora” le configurazioni ed interazioni che producono e mantengono i problemi, abbandonando la strada della domanda “Perché” e quindi di cause determinanti nel passato delle persone, sostituendo invece questa domanda con una più costruttiva attenzione alle dinamiche ed ai contesti relazionali attuali”. La voce è quella di Paul Watzlawick, uno dei padri fondatori dell’approccio sistemico – relazionale, che allo stravagante barone ha dedicato il libro Il codino del barone di Münchausen. Ovvero Psicoterapia e “verità” edito in Italia da Feltrinelli.
La sua voce mi è sempre grata perché se sono approdata al Centro Studi e Applicazione della Psicoterapia Relazionale, lo devo anche alla lettura peraltro casuale di uno dei suoi bestseller. Di tante decisioni prese nella vita, professionale e non, quella di entrare nella scuola di Prato è stata una delle più felici e soddisfacenti, tanto che il legame si è mantenuto, anzi è andato rinsaldandosi con il tempo.
Allora via, portiamocelo dietro il libretto, visto che i consigli di Watzlawick mi portano bene; certo troverò nuovi spunti per le psicoterapie, mi sono detta, ma non immaginavo che si arrivasse ad offrire suggerimenti per migliorare anche l’autostima. Quando cade in una fossa piena di melma insieme al cavallo ed è lì lì per affogare, il nostro barone non si perde d’animo ma riesce, attaccandosi al proprio codino, a saltare fuori e galoppare via, sporco ma illeso. In fondo qui si parla anche di autostima, sebbene in maniera allegorica e certo sopra le righe. Dal racconto si evince che la percezione del proprio valore, sebbene si sviluppi durante la crescita, attraverso le esperienze di vita, i successi ed i fallimenti, le ripulse ed i consensi, per raggiungere adeguati livelli deve poggiare su una identità solida tale da potersi inserire in un contesto narrativo dai confini più ampi del piccolo orizzonte personale. Ed anche questa è psicoterapia.
Pur rimanendo dubbiosa che, se fossi io a trovarmi con un leone infuriato davanti ed un coccodrillo famelico dietro, un fiume impetuoso a sinistra ed un baratro pieno di serpenti velenosi a destra, riuscirei a cavarmela, mi dà una certa consolazione il pensiero che i miei maestri, presenti e virtuali, ce l’hanno messa tutta per darmi gli strumenti per farlo, anche con i compiti per le vacanze.

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