mercoledì 12 gennaio 2022

L’educazione. Storia di un’infanzia infelice

 

a cura di Simona Gagliardi Psicologa, Psicoterapeuta e socia  Csapr

 

L’educazione, uno dei libri più belli che ho letto negli ultimi tempi, è il primo romanzo, autobiografico, dell’autrice Tara Westover.
La scrittura è semplice, concreta , diretta e non banale. Il racconto della storia di Tara e della sua famiglia cattura subito per il contenuto forte ed emotivamente coinvolgente. Per alcune settimane dopo averlo letto ho lasciato il libro sulla scrivania: non riuscivo a metterlo via ed al tempo stesso avevo bisogno di prenderne una distanza, come a decantare tutto il dolore raccontato. Tara nasce e cresce all’interno di una famiglia mormona dell’Idaho, isolata dal resto del mondo, con un padre violento ed affetto da disturbi psichiatrici, una madre dotata ma vittima della sottomissione femminile, alcuni fratelli, tra cui Shawn, che fa di Tara l’oggetto della propria violenza perversa. E’ un libro che diventa quasi un manuale sul trauma, sugli effetti della violenza e dei sistemi chiusi tipo setta; dopo la prima grave aggressione da parte del fratello racconta “Allora potevo dirmi, senza mentire, che non aveva nessun effetto su di me, che lui non aveva nessun effetto su di me, perché niente l’aveva. […] Nonostante tutto il mio arrovellarmi sulle conseguenze di quella sera , non avevo capito la verità essenziale: che il fatto che non avesse avuto nessun effetto su di me era il suo effetto”. Il corpo è brutalmente offeso, ferito, umiliato ed ancor più profonde sono le ferite psichiche subite, che rendono il percorso di svincolo ed individuazione di Tara doloroso e complesso. Ad ogni possibilità di crescita, di un cambiamento positivo, di una soddisfazione si attiva il sabotatore interiorizzato che rende evidente il conflitto di lealtà di Tara con la sua famiglia. E’ impossibile non pensare allora al dono d’amore descritto da Lorna Smith Benjamin. Tara riesce, attraversando diverse crisi, grazie all’educazione del titolo, a portare avanti la ricerca di se stessa, della sua autonomia e della sua realizzazione di donna, personale e professionale, e lo racconta con una capacità di introspezione importante. E’ quindi un romanzo che ci dice che è possibile cambiare, che è possibile separarsi, attraversando il dolore, per andare incontro a noi stessi, grazie alle risorse dei rapporti e una vitalità e una resilienza personali. 

Una lettura, sicuramente, per ogni terapeuta ed anche per molti pazienti.

Nessun commento:

Posta un commento