martedì 12 dicembre 2017

L'intervento relazionale sistemico con l'adolescente.

di Silvia Vannucci, psicologa psicoterapeuta, socia e docente di CSAPR Prato.  


Interpretare con un modello lineare il comportamento sfidante e sintomatico del giovane paziente può esitare nella cronicizzazione iatrogena del disturbo, iniziando un inesorabile percorso di medicalizzazione, o nella rottura dell’alleanza terapeutica tra lo psicoterapeuta e l’adolescente, che perderebbe così una fondamentale occasione di cura e di salute.
L’adolescenza dei figli può essere il detonatore di una carica esplosiva accumulata negli anni da una coppia di genitori non abbastanza evoluta. La lettura relazionale di questa fase del ciclo della famiglia ci permette di intervenire in modo efficace sulla salute dell’adolescente, utilizzando la forza stessa dell’esplosione che egli agisce nel sistema attraverso il comportamento sintomatico.
Come psicoterapeuta formata al Centro Studi, con esperienza ormai quasi ventennale, ricevo le famiglie e gli adolescenti consapevole delle inside che i ragazzi ci presentano ma anche del loro potente e lucido punto di osservazione sulle fragilità dei grandi; succede che arriva la seduta familiare dove invito l’adolescente in difficoltà a sedersi accanto a me e insieme parliamo di quei due adulti problematici… poi ci salutiamo con l’impegno dei genitori di farsi carico delle proprie difficoltà, magari con l’aiuto di un eventuale altro psicoterapeuta. La psicoterapia prosegue con un adolescente finalmente libero di poter costruire e integrare la propria identità, che può guardare al mondo intorno, anziché vigilare come sentinella per i suoi: ciascuno ha ripreso il suo posto e tutti hanno partecipato alla magia della guarigione del paziente designato.



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